"CULTURA FA RIMA CON IMPRESA"

Come può l’imprenditoria di un piccolo paese di 2000 anime della Basilicata produrre Cultura?
Quale è la materia prima dalla quale si potrebbe ricavare Cultura? Come si chiama il macchinario in grado di estrarla?


Chissà sul mercato a quanto potrebbe essere venduta e, perché non
 distribuita gratuitamente visto i suoi enormi benefici?


L’imprenditoria non può essere lontana dalla Cultura.
Quando la Cultura incontra le imprese, è tutto il sistema che ne beneficia. In questo momento così complesso, (crisi economica, emigrazione giovanile) c’è ancora tanta voglia di fare, tanta gente che, tra mille diffi- coltà, è lungimirante, stringe i denti, e pur di resistere, intraprende nuove strade ed è pronta a resettare il vecchio modo di pensare, un atteggia- mento fondamentale per la ripresa.


L’arte, oggi più che mai, deve essere il nuovo “modus operandi” per iniziare a insegnare e preparare le generazioni prossime, ad un nuovo e più sano stile di vita.

Siamo invitati a prendere coscienza che non si può continuare ad andare avanti così, ed è necessario un cambio di archetipo per salvare tutto ciò che i nostri avi hanno, con sacrificio e dedizione, costruito per noi e per la nostra comunità.

E chi può trasferire la “cultura della cultura” se non gli imprenditori di prima generazione? E chi meglio dei “figli” può essere il termine finale di questo abbinamento impresa-cultura che è la chiave di volta di qualsiasi futuro per i nostri figli e nipoti?

Qui nasce la voglia di realizzare il nostro progetto, che mira ad essere un vero e proprio esperimento antropologico.
Il tutto sarà basato su le interviste ad alcune realtà imprenditoriali del posto, selezionate attraverso dei criteri ben stabiliti precedentemente con i quali potremo relazionare il “vecchio” ed il “nuovo”, diversi settori di appartenenza, imprese “longeve” e altre “neonate”. Le stesse che, tra poco più di qualche mese, si relazioneranno con la più grande realtà imprenditoriale quale è il Centro Olio di Tempa Rossa, sito che sta dando lavoro e che darà lavoro a molti concittadini, proprio come le imprese che andremo ad intervistare.


La raccolta delle informazioni inerenti, l’elaborazione totale dei dati, la proiezione di un lungometraggio dal titolo “Cultura fa rima con impresa”, incentrato sulle storie dell’imprenditoria corletana, darà seguito ad un dibattito finale durante il quale si ascolteranno le opinioni da parte del mondo dell’imprenditoria, dell’intera comunità, delle istituzioni, delle figure professionali competenti in materia su quanto è importante produrre e investire nella Cultura, tenendo in considerazione le royalties di cui il nostro piccolo Comune beneficerà dopo l’avvio delle estrazioni petrolifere.


Di questo lavoro, che si spera possa restare come documento storico, fonte di ricerca per le generazioni che verranno a seguire, ne usufrui- ranno tutti: l’intera comunità di Corleto Perticara, residenti e non (coloro che per un qualsiasi motivo hanno dovuto lasciare il loro paese natio ma che, pur lontani, restano improrogabilmente legati alle loro radici e a ciò che è la storia del loro paese), l’Amministrazione Comunale la quale potrà usufruire di un documento video per la promozione culturale del suo territorio, i paesi limitrofi che potranno prendere spunto da ciò che accade in una realtà vicinissima alla loro.

La vera ricchezza del nostro Paese, é il suo inestimabile patrimonio culturale e paesaggistico che può divenire, se inteso come sistema da valo- rizzare, la più grande risorsa economica e sociale italiana. Nello specifico il Sud Italia, seppur pieno di risorse naturali ed eccellenti maestranze culturali, non sempre viene valutato per i suoi veri pregi.

Impresa è cultura, cultura è impresa. La storia ci ha affidato la grande responsabilità di continuare il percorso intrapreso dai nostri avi. Crediamo fortemente in questo progetto che a nostro parere è di sicuro origina- le e che è consono all’attuale momento storico che stiamo vivendo sem- pre più fondato sull’incessante emigrazione giovanile.

                                                                                                  G.Gravallotti

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